Alimentazione e tiroide: un caso studio

Una delle problematiche più frequenti è una ridotta funzionalità tiroidea, che a volte ha origini patologiche ma a volte può essere dovuta anche allo stile di vita, infatti il legame fra alimentazione e tiroide è indubbio.

Oggi voglio condividere con te la storia che ha come protagonista una mia paziente, Laura (non è il vero nome per privacy).

Immagina di avere 40 anni, analisi di routine leggermente fuori standard: colesterolo

 totale e parametri infiammatori sopra i livelli ideali con in aggiunta una tiroide un po’ pigra (ipotiroidismo subclinico).

L’ipotiroidismo subclinico si riscontra spesso nelle donne specie sopra i 40 anni, i sintomi che si possono manifestare sono vari: 

  • Stanchezza
  • Intestino “rallentato”
  • Colesterolo elevato
  • Pelle secca
  • Mestruazioni molto abbondanti
  • Intolleranza al freddo
  • Perdita di capelli e sopracciglia

Si tratta di sintomi piuttosto generici, ma se si presentano conviene fare le analisi del sangue per verificare quali sono i valori degli ormoni tiroidei, sempre rivolgendosi al proprio medico ovviamente.

 

Alimentazione antinfiammatoria e tiroide

Ma torniamo a Laura, a cui il medico vista la situazione prescrive un farmaco, lo dovrà prendere a vita le dice, ma Laura non è molto convinta e sceglie di provare una strada diversa.

Si imbatte nella mia mini-guida “Combatti l’infiammazione con l’alimentazione” e decide di provare a prendere in mano la sua salute senza dipendere dai farmaci.

Si rivolge a me per un percorso di nutrizione, dall’anamnesi emerge che la sua alimentazione è poco varia e molto spesso per esigenze di tempo mangia panini, toast al bar e la sera magari piatti pronti.

Io ho preparato per lei un piano alimentare antinfiammatorio, che non si discostasse troppo dalle sue abitudini, ma incentrato maggiormente su frutta, verdura, cereali integrali, legumi e frutta secca.

 

Risultati del nuovo stile alimentare

Dopo due mesi, i risultati sono già evidenti: meno 2 kg, principalmente di ritenzione idrica, un leggero aumento di massa muscolare ma soprattutto più energia e benessere.

 

Ma la vera magia succede dopo qualche mese quando ripete le analisi: il TSH, il primo valore di riferimento della funzionalità della tiroide, è passato da 5 a 2,78 mIU/l! 

Il suo leggero ipotiroidismo è migliorato grazie all’alimentazione, evitando così di dover prendere un farmaco a vita.

Laura ora si sente più energica al mattino, senza più dipendere dal caffè. Ha capelli e unghie più forti e la “tiroide che funziona” le consente di avere un buon metabolismo così da prevenire anche accumuli di peso indesiderato.

Una vittoria ottenuta con impegno, pazienza e determinazione (ci sono voluti circa 8 mesi!)

 

Questa storia dimostra ancora una volta che l’alimentazione può essere una potentissima alleata nella gestione della salute. Laura non solo ha evitato di dover prendere farmaci a vita, ma ha anche sperimentato un benessere generale che va ben oltre i numeri delle analisi.

Prendersi cura di sé stessi è un atto di amore e rispetto e la storia di Laura è una testimonianza di quanto sia possibile trasformare la propria salute attraverso le scelte alimentari.

⚠ Attenzione in questo caso non c’erano alterazioni organiche o patologie di tipo autoimmune (tipo Tiroidite di Hashimoto), in alcune situazioni non è assolutamente possibile evitare di prendere un farmaco per la tiroide.

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